Oggi vorrei parlarvi di #Rothko, un artista nato in Lettonia nel 1903 e naturalizzato statunitense. Esponente di spicco della New York School insieme a #Pollock, conobbe alcuni degli artisti più importanti del movimento chiamato #EspressionismoAstratto.
Rothko è conosciuto soprattutto per i suoi colorfield paintings, tele di grandi dimensioni (parliamo anche di 5 x 7mt.!), dipinte a grandi campiture di colori. Ogni quadro veniva preparato con una mistura di colore bianco a base molto acquosa sulla quale veniva steso il colore, anch'esso molto diluito. L'idea che sta alla base di questi dipinti apparentemente incomprensibili, è molto semplice: immergersi nel colore, meditare sul colore e assorbirne l'energia semplicemente contemplando le tele ad una distanza ravvicinata (secondo l'artista di circa 45 centimetri) e con una giusta luminosità. Rothko intendeva creare una finestra che avrebbe messo in comunicazione la sua interiorità con quella dello spettatore, l’interno con l’esterno: si sarebbe venuto a creare così un momento senza spazio e senza tempo in cui l'artista e il fruitore avrebbero dialogato per mezzo dei colori. Ed effettivamente ci è riuscito: molti sono coloro che si commuovono contemplando le sue tele. L’atmosfera in quel momento è decisamente intima: è l’incontro/scontro di due anime.
Non tutti sanno che Rothko è nato come artista figurativo e che inizialmente fu influenzato prepotentemente dall'opera di #Cezanne e #Matisse, mentre successivamente dal #Surrealismo, una delle più importanti Avanguardie artistiche nate in Europa nei primissimi anni del 1900. Quindi Rothko è approdato all’Espressionismo Astratto (i suoi colorfield paintings) dopo un lungo processo di rielaborazione della figura. A questo proposito è possibile tracciare le linee della sua filosofia artistica che hanno accompagnato questa evoluzione del linguaggio artistico: un inizio figurativo e una rappresentazione grosso modo fedele alla realtà della figura; un'emulazione dei grandi delle Avanguardie; un'elaborazione surrealista (sognante e fantasiosa) della realtà; sostituzione delle figure con macchie di colore dai contorni indefiniti; ideazione dei colorfield paintings, che appartengono alla cosiddetta Fase Classica. La tavolozza utilizzata dall’artista, dapprima brillante e chiara, con predominanza di gialli e rossi, si è nel tempo scurita, fino a diventare cupa e oscura: l’incupimento dei dipinti va in pari con l’avanzamento della depressione, malattia di cui soffriva da tempo e che lo spinse al suicidio il #25febbraio del 1970.
I suoi dipinti sono stati venduti per cifre record: nel 2007 presso la casa d’aste Sotheby’s di New York è stato battuto per la cifra record di 70 milioni di dollari Yellow, Pink and Lavender on Rose, mentre nel 2014 No°6 fu venduto per 186 milioni! Niente male per un artista i cui dipinti vengono a volte commentati con un «E che ci vuole?! Lo potevo fare anch’io!» …
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Composition I,
1929-1931
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Beach Scene,
1933 ca.
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Underground Fantasy,
1940,
olio su tela,
National Gallery of Art, Washington.
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Oedipus,
1940 ca.,
olio su tela.
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No°21 - Multiforms,
1947
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White Center(Yellow, Pink and Lavender on Rose),
1950
olio su tela
collezione privata.
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No° 10,
1950
olio su tela,
230 x 145 cm.,
MoMA, New York.
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Homage to Matisse,
1954,
olio su tela,
268.3 x 129.5 cm.,
collezione privata.
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Untitled (Black on Grey),
1969 ca.
olio su tela,
203.3 cm × 175.5 cm,
National Gallery of Art, Washington.
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