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Il caso Caillebotte

Immagine del redattore: D. C.D. C.

Scendendo il corso della Senna, a 13 km da Parigi, si trova Argenteuil, piccola città che deve la sua fama a due cose: gli asparagi e l’#Impressionismo. È noto che gli impressionisti dipingevano all'aperto, sostituivano ai soggetti tradizionali scene ispirate alla vita quotidiana e l’importante per loro era cogliere un momento della realtà, un’impressione ed esprimerla con i colori della natura, ovvero con la luce; i colori, dicevano, sono fatti di luce, esistono solo grazie ad essa e la cittadina di Argenteuil sembrava fatta apposta per i loro gusti in fatto di arte.

Quando nessuno apprezzava i loro lavori, i giovani artisti trovavano ammirazione in Gustavo #Caillebotte, un giovane e ricco architetto navale, anch'egli pittore dilettante; proprio ad Argenteuil egli si fece costruire una bellissima casa, in cui custodì una raccolta di quadri impressionisti organizzata in base a un metodo di scelta molto singolare: acquistava unicamente le tele che nessun’altro voleva!

Nel 1876 Caillebotte aveva 28 anni, ma convinto di non vivere a lungo fece testamento (anche se visse per altri 18 anni). Quando morì e furono svelate le clausole testamentarie, scoppiarono le polemiche: Caillebotte lasciava tutti i suoi quadri allo Stato, poiché convinto che esso si sarebbe impegnato a non relegare le tele in soffitta o in un museo di provincia; inoltre nel testamento Caillebotte precisava che le tele dovevano andare al Luxembourg, museo dei pittori viventi e successivamente, alla morte dei pittori, al Louvre e non altrove.

La reazione dell’Accademia di Belle Arti fu violenta: si oppose con tutti i mezzi, provocando persino un dibattito al Senato.

Lo Stato finì con l’accettare 40 delle 65 tele della donazione di Caillebotte: ben 6 #Renoir (tra cui la Liseuse, l'Altalena, il

Bal au moulin de la Galette), 8 #Monet (tra cui la Gare Saint-Lazare e le Barche, Regate ad Argenteuil), 7 #Pissarro (tra cui i Tetti rossi), 2 #Manet, 6 #Sisley, 2 #Cézanne (tra cui l’Estaque) e 7 #Degas.

Il fratello di Caillebotte si batté a lungo per far accettare le 25 tele restanti della raccolta, ma sempre senza esito e nel 1908 egli rinunciò alla lotta.

Entrarono in possesso di quelle tele, collezionisti privati e amatori d’arte. Lo Stato francese non diventò mai proprietario di quei capolavori, che oggi ricoprono un valore inestimabile.




Pierre-Auguste Renoir, Bal au moulin de la Galette, olio su tela, Musée d'Orsay, Parigi




Claude Monet, Porto ad Argenteuil, 1874, olio su tela, Musée d'Orsay, Parigi




Paul Cézanne, L'Estaque, 1882-1885,

olio su tela, Musée d'Orsay, Parigi

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